Restano quattro giorni ai contribuenti per il versamento dell’acconto Iva riguardante l’ultimo periodo dell’anno in corso. Questo acconto sarà successivamente scorporato dall’importo dovuto a titolo definitivo. Naturalmente, ogni contribuente sta sondando il terreno e vagliando le novità.
La prima novità è la seguente: la scadenza, fissata al giorno 27, quest’anno è rinviata al 29 dal momento che il termine cade di sabato. Eccezion fatta per i soggetti esonerati e per le specifiche modalità di calcolo per coloro i quali operano in particolari comparti, gli altri contribuenti saranno tenuti a calcolare l’importo dovuto in base ad uno dei tre metodi contemplati dalla prassi (Art. 6, commi 2 e 3 bis, legge n. 405/90). I contribuenti avranno la possibilità di scegliere il metodo che diminuisce maggiormente il debito sino, nell’eventualità, all’azzeramento. Cosa dicono gli esperti?
Il primo metodo, quello ‘classico, è il cosiddetto metodo storico. Esso contempla il pagamento dell’88% dell’Iva dovuta per l’ultimo periodo dell’anno precedente, tenendo in considerazione la necessità di consolidare le risultanze delle ultime tre liquidazioni mensili, per chi è passato dalla periodicità mensile a quella trimestrale o viceversa. Nello specifico, se un soggetto liquida e liquidava nel 2013 l’Iva ogni mese, dovrà prendere l’importo indicato al rigo VH12 della dichiarazione Iva per lo scorso anno e applicarvi la percentuale Iva prevista. Chi ha scelto di liquidare l’Iva ogni tre mesi, invece, dovrà riferirsi al saldo a debito della dichiarazione annuale, aumentato dell’acconto di dicembre dello scorso anno e decurtato dell’interesse dell’1% dovuto per la dilazione del pagamento.
Senza contare i casi in cui il contribuente era a credito di imposta nell’ultimo periodo dell’anno 2013, il medico storico obbliga sempre al versamento dell’acconto a patto che l’importo dovuto non sia inferiore alla seguente cifra: 103, 29 euro.