La Commissione Ue ha dichiarato durante la giornata di ieri che ha intenzione di chiedere ai ventotto Paesi membri dell’Unione europea informazioni circa gli accordi fiscali concessi alle società multinazionali nel periodo che va dal 2010 al 2013.
La domanda, che arriva a seguito della vicenda LuxLeaks in Lussemburgo, sarà funzionale all’esecutivo comunitario al fine di mettere a punto entro i primi sei mesi del prossimo anno un testo legislativo che impone lo scambio automatico di informazioni tra Paesi membri sul Tax Rulings.
La commissaria alla concorrenza, Margrethe Vestager, ha annunciato ieri: “Abbiamo bisogno di un quadro generale sull’abitudine di concedere accordi fiscali nell’Ue per capire se e come la concorrenza sia distorta nel mercato unico mediante benefit fiscali selettivi”.
Tre sono i Paesi sotto indagine: Irlanda, Lussemburgo e Olanda. Questi Paesi sono sospettati di aver aiutato quattro multinazionali: Apple, Fiat, Starbucks e Amazon.
Tra gli Stati membri non è vietata la concorrenza fiscale. L’unico elemento sul quale la Commissione ha dovere di intervenire è quando uno Stato concede aiuti in maniera illegittima ad una determinata azienda. Come? Fissando accordi fiscali molto generosi in confronto all’imposizione adottata nei confronti delle aziende concorrenti. Durante le scorse settimane, un dossier ha confermato che sono più di cento i tax rulings controversi accettati in Lussemburgo durante gli ultimi dieci anni.
Così, la Signora Vestager ha dichiarato che la commissione da lei guidata utilizzerà le informazioni ricevute nell’indagine annunciata ieri, così come i dati accumulati durante le indagini in corso al fine di combattere l’elusione fiscale e lottare per ottenere una giusta concorrenza sotto questo punto di vista.
Già durante il mese di giugno la Commissione concorrenza aveva chiesto informazioni a Gran Bretagna, Cipro, Malta, Olanda, Irlanda e Lussemburgo.