La Local Tax passa indenne nel confronto tra i Sindaci e il Governo, durante un incontro svoltosi ieri a Palazzo Chigi. Prosegue dunque lo scambio tra la statalizzazione dell’addizionale Irpef e la comunalizzazione dell’Imu dei capannoni.
Il presidente dell’Anci Fassino ha parlato di clima positivo e dell’esigenza di approfondire i dettagli tecnici per arrivare a formulare una Local Tax condivisa a partire dal prossimo anno.
I tempi sono stretti. Nei prossimi giorni ci saranno nuovi momenti di confronto tra le parti per la stesura del progetto.Gli ‘addetti ai lavori’, durante l’incontro, hanno tracciato le linee guida di questa nuova imposta che favorirà una semplificazione dal punto di vista fiscale:
La tassa locale deve essere locale davvero, e quindi far scomparire la coabitazione fra Stato ed enti locali che caratterizza l’Imu: l’imposta, anche quella pagata da capannoni, alberghi e centri commerciali, andrà ai Comuni, in cambio dell’addio all’addizionale Irpef. Questo è uno dei passaggi più delicati, perché oltre a garantire la parità complessiva dello scambio fra Stato e Comuni bisogna studiare la distribuzione delle risorse fra gli enti, ridisegnando il fondo di solidarietà.
La nuova architettura fiscale, che sull’abitazione principale rispetto alla Tasi avrà aliquote più alte ma sconti obbligatori e quindi più progressività, manderà in pensione anche il gruppo dei “tributi minori”, come la tassa di occupazione del suolo pubblico o l’imposta sulle affissioni: questi, in realtà, non dovrebbero essere accorpati tout court alla tassa principale, anche per non spalmare il loro carico (poco più di un miliardo di euro all’anno) sulle abitazioni, ma saranno più probabilmente fusi in un canone unico a disposizione dei Comuni.