Tante amministrazioni negoziano e concludono da sole i propri contratti di telecomunicazioni apportando in questo modo un aggravio di sprechi, che sono calcolati, per circa un miliardo l’anno. Se al contrario le convenzioni pubbliche per l’utilizzo dei telefoni sia fissi che mobili e per il traffico dati in rete venissero messe in pratica per mezzo di grandi centrali d’appalto in grado di comprare all’ingrosso, il costo sarebbe molto inferiore.
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Il ministero dell’Economia ha si è accorto che nel 2012 (ultimi dati disponibili) il costo al minuto di una chiamata effettuata da un ufficio pubblico in media è più basso del 71% se il contratto telefonico viene definito da Consip, la grande centrale nazionale degli acquisti controllata dal Tesoro. Un minuto al cellulare in media ha un costo del 35% in meno e un messaggio di testo del 72% in meno.
La difficoltà è che troppo spesso questi risparmi non si attuano poiché le amministrazioni agiscono per conto proprio. Contrattano e acquistano autonomamente, a costi spesso inadeguati.
La circostanza più rilevante è quella del dicastero dell’Interno: nella prima settimana di dicembre, quando l’Italia rischiava il default e il ministro Anna Maria Cancellieri appena nominata, ha dato via in piena autonomia a un procedimento poi finito in una convenzione da ben 521 milioni di euro con Telecom Italia… Ma non è l’unico caso. Infatti, sono presenti tra gli altri il ministero della Difesa, il Comando generale dell’arma dei Carabinieri, la provincia di Catania, l’Azienda regionale Emergenza Urgenza della Lombardia, la provincia di Milano, Equitalia, Istat.