Negozi sempre più vuoti, stile di vita sempre più ritirato. Il motivo, ormai, lo conosciamo tutti: la crisi economica, ha reso gli italiani di sicuro più poveri, tanto che il potere d’acquisto in sette anni è calato del 12,4 per cento. Dal 2007, si calcola che il consumo pro-capite sia sceso del 9,8 per cento e, in un certo senso a sorpresa, sembra che ad avere avuto la peggio sia stato il Nordovest.
La conferma arriva dopo l’elaborazione degli Uffici Studi CGIA basandosi su dati Istat e Prometeia. Negli ultimi sette anni il potere d’acquisto degli italiani, cioè la quantità di beni che con i soldi riescono a comprare ogni mese, ha avuto una flessione negativa pari al 12,4 per cento ed, in particolare, le cifre sono state rese note dalla Cgia di Mestre valutando i dati misurati in termini reali, al netto dell’inflazione e in rapporto al numero di abitanti. E’ andata peggio, in questo senso, all’Emilia Romagna, mentre all’ultimo posto della classifica con una contrazione più contenuta, c’è il Trentino Alto Adige. I disoccupati aumentano e così anche le persone in cassa integrazione e in mobilità. Il reddito diminuisce e questo ha una ricaduta sui consumi. In linea di massima, gli italiani sembrano non disporre di un reddito che superi i 18mila euro, con i quali devono anche pagare le tasse e poco o niente rimane nelle tasche. A poter contare su un portafoglio più pieno, sicuramente i valdostani che giungono quasi a 23mila euro. Ci sono poi gli emiliani-romagnoli con quasi 22mila e i lombardi. Fanalino di coda i calabresi e i siciliani, questi ultimi con quasi 13mila euro. A chiudere la classifica, invece, i campani con meno di 12.500 euro. Le cose insomma sono cambiate nel giro di pochi anni, difficile prevedere il futuro, ma di sicuro è un momento molto delicato anche e soprattutto per gli acquisti.