Il Senato Italiano ha finalmente dato il via libera all’articolo due della delega fiscale in riferimento alla forma di revisione del catasto. Per tanto il valore catastale e la categoria non sarà più valutata sui vani, sul numero di stanze, ma sui metri quadrati. > L’Agenzia delle Entrate rintraccia più di 500 mila “case fantasma” da inserire nel Catasto
La rendita finale verrà poi cercata e valutata da una formula matematica che metterà in relazione tutto, dal valore di mercato alla posizione. Il testo deve tornare alla Camera per l’approvazione finale. Nel testo è però prevista la partecipazione dei contribuenti alla riforma catastale. Difatti i contribuenti entro un anno potranno fornire direttamente all’Agenzia delle entrate i dati dovuti per formulare i valori patrimoniali e delle rendite catastali. Al posto dei vani catastali (attualmente in vigore e risalente al 1989), quindi, verrà immesso il calcolo della superficie espresso in metri quadrati (ritenuto più realistico ed equo).
>Le novità delle procedure telematiche relative al catasto
La nuova rendita catastale si baserà sui valori locativi annui al metro quadrato (con riferimento ai dati dell’Omi, Osservatorio sul mercato immobiliare dell’Agenzia del Territorio). Sarà modificata anche l’organizzazione dell’elenco stesso del Catasto. Non sarà più organizzato in gruppi, categorie e classi, poiché il territorio comunale sarà suddiviso in microzone, che sostituiranno le attuali zone censuarie. Sebbene sembra sia tutto definito, i tempi di entrata in vigore di questa innovazione saranno piuttosto lunghi. Intanto il mondo immobiliare guarda con timore alla riforma del catasto, poiché l’assegnazione di valori di mercato, sia di compravendita che locativi, definirà una base imponibile molto più ampia.