Fino ad oggi sono state praticamente sconosciute al Fisco, tanto da meritare l’appellativo letterario di “case fantasma“. Ma la vicenda, più che sotto il profilo letterario, deve essere vista sotto quello contabile. Si tratta, infatti, di un alto numero di immobili, più di 500 mila per la precisione, che fino ad oggi non erano ancora stati inseriti all’interno dei registri ufficiali del Catasto italiano e che da oggi saranno invece censiti.
Tutte queste “case fantasma” sono state recentemente oggetto di una maxi operazione compiuta dagli addetti del Fisco, che ha portato alla loro individuazione. Grazie infatti all’incrocio sistematico dei dati derivanti da più banche dati, l’Agenzia delle Entrate ha potuto rilevare sul territorio italiano la presenza di stabili che fino ad oggi non erano soggetti ad alcuna rendita, con la conseguente perdita di circa 288 milioni di euro all’anno da parte del Fisco.
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La lotta all’evasione fiscale mette così a segno un altro colpo decisivo, rintracciando gli immobili attraverso i dati presenti all’interno del Catasto dei terreni, che in Italia registra circa 2,2 milioni di particelle, con quelli offerti dalla collaborazione dell’Agea, l’Agenzia per le erogazioni in Agricoltura.
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Il Fisco ha fatto quindi sapere che gli immobili in questione saranno presto oggetto di una regolarizzazione fiscale, che avverrà in primo luogo attraverso l’imposizione alle “case fantasma” di una rendita catastale.
Una volta regolarizzati anche gli immobili prima sconosciuti, quindi, il Fisco dovrebbe accrescere le sue entrate, le quali, a conti fatti dovrebbero arrivare a toccare circa 825 milioni di euro all’anno.