L’accordo fiscale Italia – Svizzera potrà divenire realtà. Tuttavia, non lo sarà così presto come qualcuno, in campagna elettorale, ha sostenuto. Stando a quanto affermato recentemente dal ministro delle finanze svizzero Eveline Widmer Schlumpf, infatti, anche se il nostro Paese e la Svizzera dovessero raggiungere entro il 2013 (ipotesi piuttosto ardua) un accordo sulla tassazione alla fonte dei capitali italiani detenuti nelle banche elvetiche, l’intesa non potrebbe comunque entrare in vigore prima del 2015.
Stando a quanto dichiarato dal ministro svizzero, pertanto, andrebbe esclusa la possibilità che l’eventuale gettito possa essere utilizzato per il rimborso dell’Imu 2012 sulla prima casa promesso da Pdl di Silvio Berlusconi in campagna elettorale. “Provvedimento che” – ricordava Yahoo! in un suo recente approfondimento sul tema – “costerebbe alle casse dello Stato italiano circa 4 miliardi. A lanciare per primo la notizia è l’edizione online del Fatto quotidiano, che ha pubblicato la risposta per iscritto del ministro a un’interrogazione presentata da Ada Marra, membro della Commissione finanze svizzera” (vedi anche Accordo fiscale con la Svizzera).
Di fatti, continuava il portale, “all’indomani della proposta di Silvio Berlusconi, Marra ha chiesto di conoscere lo stato delle trattative tra Roma e Berna. Widmer Schlumpf spiega che, nonostante il dialogo sia andato avanti in questi mesi, “per le elezioni in Italia e per l’incertezza sulla composizione del nuovo governo, attualmente è difficile fare delle previsioni sulla data di conclusione delle trattative (…) E inoltre anche nel caso gli accordi vengano firmati quest’anno, è difficile prevedere un’entrata in vigore prima del 1 gennaio 2015”, conclude Widmer Schlumpf“.
Insomma, ottenere un’entrata certa dalla Svizzera non è così facile come si potrebbe ritenere e, soprattutto, non sarà conseguibile nel brevissimo termine. A nostro giudizio, è altresì difficile che le casse dello Stato italiano possano recepire eventuali novità anche nel 2015, aprendo pertanto margini di interpretazione più sul lungo termine, che sul medio.