Il contratto di comodato consente, ad esempio, di dare a un proprio famigliare un appartamento: si tratta di una prestazione che è essenzialmente gratuita, altrimenti si va a realizzare direttamente una locazione (vedi anche Calcolo IMU 2012, tutte le particolarità). In quali situazioni questo specifico contratto comporta una registrazione? Di solito, questo obbligo non è previsto per i contratti verbali, sia che si abbia a che fare con beni mobili che immobili, ma tutto ciò non vale per gli altri atti. In effetti, il comodato che viene redatto in forma scritta deve essere necessariamente soggetto a una registrazione in termine fisso.
Questo vuol dire che si va ad applicare l’imposta di registro nella sua misura fissa (168 euro per la precisione) e non ha alcuna importanza il fatto che vi sia una diversa forma di redazione (ad esempio l’atto pubblico, ma anche la scrittura privata autenticata o quella non autenticata). C’è poi il caso del contratto di comodato che coinvolge dei beni mobili e che è stato redatto in forma scritta; ebbene, nell’ipotesi di una scrittura privata non autenticata, si provvede alla registrazione e ai relativi adempimenti fiscali solamente in caso d’uso (l’imposta viene a costare ancora una volta 168 euro).
Se si tratta di un contratto che è redatto in forma di atto pubblico o di scrittura privata autenticata, invece, la registrazione in termine fisso avviene con l’applicazione di questo stesso tributo. La richiesta in questione viene posta in essere mediante un apposito documento, il modello 69. Quest’ultimo è stato pensato per quei contribuenti che decidono di registrare qualsiasi tipo di contratto in un ufficio della nostra amministrazione finanziaria. I quadri previsti sono sei: si tratta del quadro A (dati generali), B (soggetti destinatari degli effetti giuridici dell’atto), C (dati descrittivi dell’atto), D (dati degli immobili), E (tabella di associazione immobili alle pertinenze del negozio) e F (ulteriori dati degli immobili).