Novità sul caso eBay – (presunta) evasione fiscale. Alla già complessa vicenda tributaria del sito internet più importante del mondo nel settore delle aste online, partita ne. 2008 con un indagine della Guardia di finanza di Milano, è scaturito l’invio di un avviso di accertamento pari a 76,8 milioni di euro. A rivelarlo è un settimanale italiano, l’Espresso, secondo cui la richiesta del fisco è di 21,2 milioni di euro come tasse non pagate nei primi anni di attività più 55,6 milioni di euro di sanzioni e interessi.
Secondo quanto ricorda il quotidiano Italia Oggi nel numero del 25 gennaio 2013, “la società aveva, a seguito della verifica delle Fiamme gialle, tentato di chiudere la vicenda con l’Agenzia delle entrate utilizzando gli strumenti di chiusura pre contenziosa delle controversie. Ma qualcosa deve essere andato storto tanto che ora le ragioni del fisco e del sito web internazionale saranno ascoltate e giudicate dalla commissione tributaria di Milano” (vedi anche Le opere digitali dell’ingegno e la base imponibile Irap).
Nel 2008, pertanto, l’indagine compiuta dalla Gdf di Milano contestava quanto sta divenendo una sorta di “clausola di stile” nei confronti dei colossi del web visitati successivamente dalla Guardia di finanza: stabile organizzazione occulta – aggiungeva il quotidiano per poi precisare che “in questi casi, gli 007 fiscali contestano alle case madri di stipulare contratti per residuali con le filiali italiani mentre l’attività di verifica è tesa a dimostrare l’esatto contrario e cioè che attirano una consistente fetta di business che non pagano le tasse in Italia bensì in paesi a fi scali privilegiata come il Lussemburgo, l’Irlanda o la Svizzera” (vedi anche Incassi violazioni privacy).
Proprio dalla Svizzera, nel 2008, la sede italiana di eBay decise di ricollocare i propri dipendenti e le proprie attività abbandonando definitivamente l’Italia da un punto di vista legale e soprattutto fiscale (ne parlò lo stesso quotidiano nell’edizione del 16 dicembre 2008).