Il Dipartimento della funzione pubblica ha comunicato i risultati relativi al censimento sul parco auto delle pubbliche amministrazioni, aggiornato allo scorso 30 novembre. Secondo quanto elaborato dalle fonti statistiche dell’ente, la spending review avrebbe prodotto come risultato un taglio di 2.431 vetture, in flessione del 25 per cento rispetto all’inizio del 2012. Vediamo quindi in maggior dettaglio quali sono le considerazioni effettuate dal Dipartimento, e quale sia stata l’effettiva consistenza della review in questione.
Stando a quanto riportano i dati, le vetture di rappresentanza, assegnate personalmente ai vertici delle amministrazioni o comunque guidate da un autista, si sono ridotte a 7.290, incluse le 124 vetture in uso agli organi costituzionali. Complessivamente, l’intero parco auto delle amministrazioni pubbliche è stato pari a 59.532 vetture alla stessa data del 30 novembre 2012 (vedi anche Spending review per gli enti territoriali).
Il censimento ,realizzato da Formez P.a., ha evidenziato altresì un aumento rispetto all’inizio dell’anno di 1.138 unità degli enti registrati (ad oggi risultano censite 8.248 amministrazioni, con una copertura del 97,2% delle auto pubbliche). La diminuzione delle auto blu sarebbe stata più accentuata nelle amministrazioni centrali rispetto alle amministrazioni locali. La pubblica amministrazione centrale ha infatti complessivamente sottoscritto, nei primi 11 mesi dello scorso anno, 2.144 contratti di nuova acquisizione di auto, dei quali solo 278 (pari al 13 per cento) relativi all’acquisizione di auto blu (per i due terzi rinnovo di noleggi in scadenza) e per la rimanente quota a titolo di acquisizioni in proprietà.
Ancora, i dati sottolineano come le auto blu presenti nel Paese siano distribuite per il 27,4 per cento nelle amministrazioni centrali e per il 72,6 per cento nelle amministrazioni locali (27,7 per cento nei comuni, 12,0 per cento nelle Asl, 8,8 per cento nelle Province, 7,1 per cento nelle Regioni). La presenza di auto blu è concentrata prevalentemente nelle regioni del Sud, mentre risulta essere minore in quelle del Centro e del Nord. Proprio al Sud si sarebbero comunque rilevati i maggiori tassi di contrazione (vedi anche Spending review, cosa cambia per società pubbliche e in house).