Le indennità per tutelarsi dalla Tbc (la tubercolosi per intenderci) aumenteranno fino al 3% nel corso del prossimo anno: tutti quei soggetti che sono affetti da tale malattia infettiva, infatti, e che sono curati dalle strutture dal Sistema Sanitario Nazionale (Ssn) possono beneficiare di indennità economiche che sono a carico dell’Inps. Di che indennità si tratta nello specifico? Una di esse è di tipo post-sanatoriale e ha una durata complessiva di due anni: l’obiettivo è quello di coprire il ricovero o la cura delle persone per un periodo di tempo non inferiore ai sessanta giorni.

Ecco perché viene in questo caso erogato il cosiddetto assegno di cura o di sostentamento, il quale può essere sfruttato tramite un’apposita domanda, dimostrando una capacità di guadagno ridotta a meno del 50%. Anche all’inizio di quest’anno, comunque, si era parlato parecchio delle variazioni degli importi per le indennità antitubercolari, un argomento che deve rimanere sempre molto attuale. Tra l’altro, le indennità in questione tendono ad aumentare nel momento in cui si provvede ad adeguare le pensioni del fondo lavoratori dipendenti, come previsto espressamente dalla Legge 419 del 1975 (“Miglioramento delle prestazioni economiche e sanitarie a favore dei cittadini colpiti da tubercolosi”).

La misura del 3%, inoltre, è stata annunciata in via ufficiale da una delle ultime circolari dell’Inps. L’assegno a cui si sta facendo riferimento prevede un importo di 12,97 euro ogni giorno (quest’anno ci si è fermati a 12,59); l’ammontare si riduce invece a 6,30 euro qualora sia necessario riconoscere ai familiari dell’assicurato e ai pensionati e titolari di rendita Inail le prestazioni tubercolari. Per quel che concerne l’indennità post-sanatoriale, essa sarà pari a 21,62 euro (l’importo scende a 10,82 euro per i familiari). Infine, l’ultimo cenno lo merita il già citato assegno di cura o di sostentamento, il quale nel 2013 è stato fissato nella misura di 87,23 euro (quest’anno è stato pari a 84,69 euro).