La commissione finanze del senato ha finalmente licenziato il provvedimento anti cartelle pazze. Il provvedimento sulle cartelle pazze dà forza di legge alle procedure che gli agenti del gruppo Equitalia già applicano internamente per effetto della cosiddetta direttiva “antiburocrazia”. Cerchiamo allora di comprendere in cosa consiste questo nuovo provvedimento, e in che modo la vita dei contribuenti potrebbe trovare adeguato beneficio dall’applicazione di questa importante novità.
Sulla base del provvedimento, il contribuente che presenta al soggetto che gestisce la riscossione (ad es. Equitalia) l’atto viziato da illegittimità (perché ad esempio è scaduto, prescritto, sospeso, oggetto di sgravio o di sentenza pro contribuente, oppure già pagato) si può veder sospendere la procedura esecutiva, in attesa di approfondimenti. Se trascorrono inutilmente 220 giorni senza che il contribuente abbia ricevuto una risposta, la cartella pazza è annullata di diritto e, di conseguenza, la pretesa dell’ente creditore decade.
Se i benefici in capo al contribuente appaiono ben evidenti, altrettanto evidenti appaiono i rischi in capo ai creditori, soprattutto se si tratta di pubbliche amministrazioni, visto e considerato che spesse volte le comunicazioni tra le varie strutture non sono totalmente efficienti, e potrebbero pertanto mettere a rischio i crediti di molti enti locali.
Sul provvedimento – che rischia di arenarsi a causa delle numerose problematiche sorte a livello politico – il sottosegretario all’economia Vieri Ceriani ha sottolineato il proprio apprezzamento, ricordando come sia “stato fatto un lavoro molto meritevole e molto buono”. Il ddl, ricorda ancora il sottosegretario, è “partito dal senatore dell’Idv Elio Lannutti molti anni fa” ed è “stato ripreso e portato avanti anche grazie alla collaborazione con l’Agenzia delle entrate”. Il sottosegretario ha altresì ricordato come eventuali rilievi sul provvedimento possono essere facilmente superati. La spada di Damocle è invece rappresentata dal punto interrogativo relativo alle possibili interruzioni (a questo punto, più che probabili) dell’attuale legislatura prima di marzo.