L’accorpamento delle due principali Agenzie (Territorio, Entrate) si farà, ma solamente nel 2015. L’integrazione del Territorio nelle Entrate richiederà infatti “tempi adeguati”, stando a quanto confermato dal ministero dell’economia in un documento depositato in commissione finanze del senato dove è all’esame la delega fiscale. “L’operazione” – si legge infatti nel documento – “interessa due branche importanti e significative dell’amministrazione finanziaria, ciascuna delle quali costituisce una realtà consolidata e di dimensioni rilevanti, con proprie caratteristiche organizzative, competenze funzionali e expertise professionali: proprio per questo l’integrazione delle due strutture richiederà tempi adeguati”.
Secondo quanto affermato da via XX Settembre, l’operazione di accorpamento “sarà completata consentendo, altresì, che non ci siano negativi riflessi sugli interventi di riforma del catasto”. In proposito, il governo si è reso disponibile ad apportare modifiche al provvedimento anche in seconda lettura al senato. Il vicepresidente della commissione, Adriano Musi (Pd), ha in merito segnalato la richiesta affinchè siano abbreviati da 6 a 9 mesi i tempi entro i quali dovrà essere esercitata la delega.
In via più specifica, il Mef prevede che entro il 31 dicembre di quest’anno possa avverarsi l’attesa emanazione del decreto per il trasferimento delle risorse e la deliberazione e trasmissione al ministro del bilancio di chiusura dell’Agenzia del territorio, che confluirà nelle Entrate. Entro l’anno successivo, 31 dicembre 2013, troverà invece il via la governance integrata dei processi no core, per giungere a fi ne 2015, quando si arriverà alla governance integrata dei processi core (vedi anche il nostro precedente aggiornamento sull’accorpamento delle Agenzie).
Insomma, tre anni, da sviluppare congiuntamente all’accorpamento dei Monopoli nell’Agenzia delle dogane, con il quale si punta a ridurre il personale non dirigenziale di quest’ultima a 10.020 unità in misura del 10% della relativa spesa che scende a poco più di 435 milioni dai precedenti 483,4 milioni. Il personale dirigenziale di livello non generale non potrà invece superare le 251 unità, mentre quello di livello generale le 17 unità.