La commissione tributaria regionale del Lazio, con la sentenza n. 208/22/2012, ha dichiarato che le imposte e i tributi non sono debiti contratti per gli interessi della famiglia e che pertanto, per tale ragione, il fondo patrimoniale può ben porsi quale garanzia e protezione efficace nei confronti delle eventuali pretese dell’erario e nei confronti dell’ipoteca iscritta dal fisco, passibile di annullamento. Una pronuncia che conferisce ancora maggior forza allo strumento del fondo patrimoniale, nell’interesse del nucleo familiare.

Con la pronuncia sopra anticipata, infatti, viene sancita l’illegittimità di un’iscrizione ipotecaria fiscale su un bene ricompreso in un fondo patrimoniale. “La questione” – sottolineavano Benito e Nicola Fuoco su IO del 3 novembre 2012 – “ruota attorno alla diatriba giuridica secondo cui le pendenze di natura tributaria debbano essere considerate o meno debiti contratti nell’interesse della famiglia. Il fondo patrimoniale, infatti, protegge i beni in esso ricompresi, nei confronti dei soli debiti insorti per scopi estranei ai bisogni familiari (articolo 170 del c.c.)”.

Tralasciando le varie opinioni in merito, la Ctr del Lazio ha evidentemente scelto di considerare come scorretto l’atteggiamento dell’amministrazione finanziaria, che non ha “fornito prova concreta che nella fattispecie ricorrano i presupposti previsti per agire in deroga al disposto dell’art. 170 c.c.”, ovvero la non appartenenza del debito vantato alle obbligazioni contratte per soddisfare le esigenze e gli scopi della famiglia.

I due autori ricordano infine che, “in effetti, questa posizione, avallata anche dalla maggior parte della giurisprudenza di legittimità (non esiste, ad oggi, un orientamento univoco della Cassazione sul punto), tiene conto del fatto che le pendenze tributarie siano debiti istituzionalmente fi nalizzati, secondo l’articolo 53 della Costituzione, a concorrere alle spese dello Stato e, per questa stessa ragione, da considerarsi altrettanto istituzionalmente estranei ai bisogni della famiglia”.

Insomma, anche alla luce di questa nuova sentenza, il fondo patrimoniale sembra porsi sempre più quale potenziale strumento di difesa contro l’Erario. 

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