Massima attenzione per la messa in commercio di shopper non ecologici. A partire dal 1 gennaio 2013 sono infatti previste sanzioni amministrative pecuniarie piuttosto pesanti per tutti quegli operatori che metteranno in commercio shopper per l’asporto merci non rispondenti alle caratteristiche indicate nell’articolo 2 della legge n. 28/2012, di conversione del dl n. 2/2012. Vediamo allora quali sono tali sanzioni, e in che modo poter adempiere alle prescrizioni di legge in vigore.
La sanzione amministrativa pecuniaria prevista per chi mette in commercio dei sacchetti per la spesa non regolamentari va da 2.500,00 euro a 25.000,00 euro, aumentata fino al quadruplo del massimo se la violazione del divieto riguarda quantità ingenti di sacchi per l’asporto oppure un valore della merce superiore al 20 per cento del fatturato del trasgressore.
A prevederlo è il comma 19, dell’art. 34, del decreto-legge 18 ottobre 2012, n. 179 (pubblicato sul supplemento ordinario n. 194 alla Gazzetta Ufficiale n. 245 del 19 ottobre scorso) che ha così modificato il comma 4 dell’articolo 2 del dl 25 gennaio 2012, n. 2, convertito della legge 24 marzo 2012, n. 28, anticipando di un anno l’entrata in vigore delle sanzioni per la vendita di sacchetti per la spesa non conformi a quanto previsto dalla legge 28/2012.
I rivenditori dovranno pertanto porre la massima attenzione nel conformarsi alle normative attuali, predisposte al fine di debellare dal mercato i sacchetti difficilmente riciclabili (quelli in plastica e sostanze non biodegradabili) in favore di shopper che possano più facilmente essere reinseriti nel processo di riutilizzo.
Il legislatore pone così un’altra pietra miliare nella strada del miglioramento dell’impatto ambientale di tale segmento commerciale, dopo che negli ultimi anni – principalmente su ispirazione comunitaria – già molto si era fatto per favorire un comportamento più virtuoso da parte dei negozianti. Rimane ora da analizzare quale possa essere il grado di effettiva applicazione delle norme, e il rispetto delle stesse.
Anche nelle prossime settimane continueremo a monitorare l’evoluzione di questa vicenda che tocca, quotidianamente, le tasche di tutti i consumatori italiani.
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