Riscuotere le tasse sarà un po’ più semplice e rapido per le casse del fisco. Ad ogni modo, la procedura sarà altresì accompagnata da qualche maggiore cautela per i contribuenti, che godranno di una fase di “allerta” che preannuncerà, di fatto, la riscossione coattiva dei debiti di minore importo. Prima di avviare azioni di recupero di somme fi no a 1.000 euro, infatti, Equitalia dovrà inviare al contribuente un sollecito tramite posta ordinaria: solo da quel momento decorreranno ulteriori 120 giorni di stop automatico della riscossione.
Ricordiamo invece come oggi, per i debiti fino a 2 mila euro sussiste un doppio obbligo di sollecito postale, a distanza di almeno sei mesi l’uno dall’altro. Il provvedimento prevede inoltre la possibilità di poter procedere a una sospensione immediata della riscossione a fronte della presentazione, da parte del debitore, di una dichiarazione che certifichi il suo «buon diritto». Ancora, tra le modifiche c’è anche la possibilità di poter procedere attraverso modalità telematiche, come ad esempio la posta elettronica certificata.
La documentazione dovrà essere prodotta al competente ufficio di Equitalia entro 90 giorni dalla ricezione del primo atto di riscossione o di una procedura cautelare. Dovrà inoltre essere spiegato il perché l’atto contestato (accertamento o cartella esattoriale) sia viziato: o perché decaduto o prescritto, o perché interessato da un provvedimento di sgravio, o perché oggetto di una sospensione amministrativa o giudiziale, oppure perché emesso nonostante il regolare pagamento del debito.
Entro 10 giorni dalla ricezione della dichiarazione Equitalia trasmetterà la pratica all’amministrazione creditrice per la conferma dei fatti. Da qui scatteranno altri 60 giorni entro i quali l’ente impositore dovrà confermare al contribuente la correttezza della documentazione prodotta, oppure l’inidoneità a ottenere la sospensione. In ogni caso, sarà informato anche l’ufficio di Equitalia, che potrà così sapere se deve procedere o meno nell’incasso forzoso.
Qui il nostro speciale in materia: Fine Equitalia, chi verrà dopo?