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Trasparenza posta elettronica certificata

Nata con il decreto della presidenza della repubblica 68/2005 art. 4, comma 1, la posta elettronica certificata – contrariamente alle apparenze – è ben più presente nel settore privato rispetto a quello pubblico. A sollevare il problema sulla scarsa comunicatività tramite raccomandata elettronica con le pubbliche amministrazioni è stata, negli scorsi giorni l’Anorc, l’Associazione nazionale per operatori e responsabili della conservazione digitale dei documenti, che ha analizzato i siti internet di comuni, province, regioni e ministeri, scoprendo come le percentuali di pubblicazione degli indirizzi Pec non siano mai inferiori al 90 per cento. Eppure, non tutto volge in favore della trasparenza.

“”Districarsi fra le molteplici pagine web per riuscire a mandare una e-mail «con il bollino» diventa talvolta un’impresa” – ricorda il quotidiano Italia Oggi del 21 ottobre 2012 – “Spesso, infatti, si perde tempo prezioso per individuare l’indirizzo giusto, sia perché «nascosto» fra la gran quantità di informazioni e «finestre» che si aprono nei portali, sia perché vengono collocati insieme vari recapiti elettronici, senza specificarne, però, adeguatamente il settore di appartenenza o l’area tematica di riferimento. E tutto ciò tradisce lo spirito della normativa che ha introdotto tale opportunità con il fi ne di semplificare le procedure di spedizione e ricezione di testi, che hanno il medesimo valore legale di una raccomandata cartacea, ma alleggerendo notevolmente il peso della corrispondenza”.

Per quanto concerne le regioni, il tasso di fruibilità si attesta al 55 per cento; migliore è la prestazione di province e comuni, dove il tasso supera il 90 per cento. Scarsa è invece la trasparenza degli indirizzi Pec sui dicasteri governativi, che a fronte di una percentuale di presenza della Pec del 92 per cento alle scarse possibilità di trovarla online, che non riescono a superare il 15%.

I portali istituzionali regionali nel 55% dei casi rispettano la legislazione, o, comunque, in una sezione immediatamente visibile a chi si connette, l’e-mail certificata – ricorda infine l’Anorc sulle pagine del quotidiano.

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