Una decina di giorni fa si era approfondito l’argomento della detrazione fiscale per le misurazioni del colesterolo: si tratta di un caso emblematico di come l’ambito sanitario dia luogo ad agevolazioni tributarie importanti, ma cosa succede invece quando si acquistano dei farmaci che vengono sfruttati per un utilizzo veterinario? Bisogna capire se anche in tale situazione si può parlare liberamente di detraibilità e quali sono le modalità specifiche da seguire. Entrando maggiormente nel dettaglio, bisogna subito sottolineare come la detrazione per le spese veterinarie destinate ad animali da compagnia o da sport sia pari al 19% della spesa totale sostenuta.
Tra l’altro, si può fare riferimento a una franchigia ben precisa, vale a dire 129,11 euro, con il limite massimo che è stato fissato a 387,34 euro, senza alcuna distinzione per quel che riguarda il numero di animali di cui si è in possesso. Di conseguenza, si sta parlando di una misura che è diversa rispetto, ad esempio, alla detrazione Irpef per i prodotti omeopatici. Come già sottolineato, inoltre, gli animali che consentono di accedere al beneficio fiscale in questione sono quelli detenuti in maniera legale per uno scopo di compagnia oppure per perfezionare una determinata pratica sportiva.
Questo vuol dire che non si possono ricomprendere nel novero quegli animali che vengono allevati o di cui si è in possesso per dar vita all’esercizio di attività di tipo commerciale o agricolo, senza dimenticare l’allevamento vero e proprio, gli scopi riproduttivi, quelli legati al consumo alimentare e, come è normale e scontato che sia, anche la detenzione per scopi illeciti. La detraibilità in questione va a riguardare le prestazioni professionali che sono rese dal veterinario e quelle utili per acquistare i medicinali che sono stati prescritti dallo stesso. I farmaci a cui si sta facendo riferimento, infine, devono rispettare tutte le norme relative al cosiddetto scontrino parlante, con indicazioni precise e dettagliate sul prodotto.
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