Il governo ha previsto l’incremento dell’aliquota dell’imposta sul valore aggiunto dal 21 al 22 per cento, e dal 10 all’11 per cento per l’aliquota inferiore. Ma quali sono i beni che subiranno un apprezzamento dell’imposta e, pertanto, diventeranno un po’ più cari nell’estate del 2013? E quali saranno i beni invece risparmiati dall’incremento delle imposte sul valore aggiunto? E, ancora, quale è il livello dell’aliquota ordinaria negli altri Paesi dell’Unione Europea, confrontata con il nostro attuale livello di imposizione?
Ad occuparsi di questo, e molto altro, è stato il recente approfondimento curato l quotidiano Italia Oggi, che ha pubblicato tre tabelle esemplificative di ciò che accadrà ai nostri portafogli a causa dell’incremento dell’aliquota in questione.
Tra i tanti beni che subiranno l’effetto negativo del passaggio dall’aliquota del 21 a quella del 22 per cento, vi sono: Abbigliamento e accessori, Calzature, Elettrodomestici, Televisori, Computer, Telefonini, Mobili e oggetti di arredamento, Strumenti musicali, Gioielleria e oreficeria, Veicoli, Imbarcazioni, Carburanti e lubrificanti, Servizi di officine, gommisti e carrozzieri, Servizi di lavanderia, Acqua minerale e birra, Vino e alcolici, Servizi di telecomunicazione, Prestazioni professionali (avvocati, commercialisti, ingegneri, consulenti ecc.), Ingresso alle manifestazioni sportive di prezzo superiore a 12,91 euro, Noleggio veicoli e imbarcazioni, Servizi di trasporto merci (esclusi impianti a fune), Servizi degli stabilimenti balneari, Prestazioni delle agenzie di viaggio (tour operator), Case con caratteristiche di lusso, Gas metano per usi civili, oltre 480 mc annui, Servizi forniti con mezzi elettronici (compresi libri e musica digitali).
Tra i beni che invece subiranno l’incremento Iva dal 10 all’11 per cento: Carne, Pesce, Uova, Miele, Tè, Energia elettrica per uso domestico, Gas metano per usi civili, fi no alla soglia di 480 mc annui, Medicinali, Prestazioni alberghiere, Servizi di bar e ristoranti, Spettacoli teatrali e concerti, Trasporti di persone, Costruzione e cessione di opere di urbanizzazione, Abitazioni non di lusso (non prima casa), Manutenzioni e ristrutturazioni edilizie, Locazioni di abitazione.
Infine, uno sguardo all’aliquota Iva negli altri Paesi UE, dove il record appartiene senza dubbio all’Ungheria, con un’aliquota del 27 per cento. A seguire, e pertanto superiore all’ordinario 22 per cento italiano del 2013, il 25 per cento della Svezia e della Danimarca, il 24 per cento della Romania, il 23 per cento di Polonia, Portogallo, Grecia, Irlanda, Finlandia.