Il Fondo Monetario Internazionale, nel suo Rapporto sulla stabilità finanziaria, afferma che nel corso del 2011 la fuga di capitali dall’Italia all’estero avrebbe riguardato una somma pari al 15 per cento del Pil. L’uscita di capitali è stata pari a 235 miliardi di euro in Italia – ricorda il Fmi – ovvero il 15% del pil del 2011 e in Spagna di 296 miliardi, equivalente al 27% del pil. Il fenomeno è stato particolarmente diffuso in Spagna, dove il downgrade del debito sovrano è stato seguito da quello delle aziende, e dove vi sarebbe stata una vera e propria emorragia.
“E’ una cifra enorme, preoccupante, qualunque fuoriuscita di capitali lo è. Soprattutto in una fase in cui l’Italia sta facendo bene come riconoscono tutti”, ha dichiarato il presidente della Consob, Giuseppe Vegas, a margine dei lavori dell’Fmi, come riportato dall’approfondimento curato da Italia Oggi, aggiungendo che – “non c’è un motivo vero per la fuga di capitali se non un elemento di contagio”.
“Una conferma dei rischi per l’Eurozona arriva anche dal presidente della Bce, Mario Draghi, secondo cui però esistono anche “motivi di fiducia” e sottolinea come “la rivitalizzazione del credito sia cruciale per la ripresa”. L’economia europea e il suo sistema finanziario, avverte, “continuano a trovarsi di fronte a tempi impegnativi” ma “ci sono anche ragioni per avere fiducia”. La percezione del rischio estremo sulla tenuta dell’euro e la fuga di capaitali hanno tuttavia frammentato il mercato e reso più fragile i fondamentali stessi dell’unione monetaria, come mette in evidenza il Global financial stability report diffuso in nottata dal Fondo, in occasione delle riunioni annuali dell’istituto di Washington e della Banca Mondiale ospitate a Tokyo” – conclude il quotidiano Italia Oggi.
Per il Fmi, la Banca Centrale Europea ha comunque bene operato per evitare l’aggravio della crisi, sia attraverso il piano di rifinanziamento agli istituti bancari, che con il più recente Omt, intervenendo direttamente sui bond pubblici.