L’ultima settimana per la scadenza dello spesometro si unisce ora a un altro termine utile in questo senso: in effetti, è stata prorogata fino al prossimo 31 gennaio la data entro cui gli operatori finanziari che hanno emesso carta di credito, di debito o prepagata hanno l’obbligo di comunicare all’Anagrafe Tributaria le operazioni rilevanti ai fini dell’Imposta sul Valore Aggiunto. Entrando maggiormente nel dettaglio, bisogna subito precisare che si tratta di operazioni che hanno un importo non inferiore al limite dei 3.600 euro, mentre il periodo di svolgimento a cui si sta facendo cenno è quello che va dal 6 luglio fino al 31 dicembre dello scorso anno.

In pratica, si sta facendo riferimento a quei casi in cui l’acquirente non è altro che un consumatore finale che ha pagato mediante un Pos (acronimo che indica il Point of Sale, il classico dispositivo degli esercizi commerciali). Come ha previsto espressamente il direttore dell’Agenzia delle Entrate due giorni fa, questo slittamento temporale è il secondo consecutivo in tal senso, visto che ad aprile si era deciso di prorogare lo stesso termine fino al 15 ottobre, cioè fra due giorni esatti. Tutte le scadenze dello spesometro sono state dunque aggiustate nuovamente.

Se si legge con attenzione il Decreto legge 98 del 2011 (“Disposizioni urgenti per la stabilizzazione finanziaria”), ci si accorge che esiste l’obbligo per il venditore di comunicare all’operatore finanziario che emette le carte citate in precedenza, nell’ipotesi in cui la cessione o la prestazione del servizio sia realizzata nei confronti del consumatore finale che sfrutta la modalità della moneta elettronica. C’è comunque da precisare come lo scorso anno queste stesse operazioni fossero state escluse dall’obbligo relativo allo spesometro, ma poi si è deciso di cambiare impostazione. L’Anagrafe Tributaria deve ricevere pertanto il numero di codice fiscale degli associati o dei soggetti con cui è stato sottoscritto il contratto per i Pos, oltre alle eventuali cessazioni.