Anche i finanziamenti da parte dei soci sono fondamentali per quel che riguarda il cosiddetto redditometro: ovviamente, essi devono tenere conto delle disponibilità finanziarie e delle necessità di reddito, ma comunque ogni singola comunicazione per quel che concerne gli interventi posti in essere sarà in grado di rendere più semplice il compito all’Agenzia delle Entrate, la quale potrà scovare i contribuenti pericolosi. Ciò non deve stupire più di tanto, visto che i finanziamenti in questione, così come le capitalizzazioni che vanno a vantaggio delle imprese, non sono altro che spese economiche che mettono in luce una maggiore capacità finanziaria e una possibile capacità reddituale più alta.

È comunque necessario fare chiarezza da questo punto di vista, anche perché, come stabilito un mese fa dalla Commissione Tributaria della Liguria, lo stesso redditometro può essere contestato dimostrando che gli acquisti sono stati realizzati stipulando dei contratti di mutuo. D’altronde questo strumento ha incontrato più di una difficoltà per quel che concerne la sua concreta applicazione, con rinvii continui in merito al debutto ufficiale. In questo caso, se un determinato contribuente dovesse versare delle somme di denaro in favore di una società, allora questo vorrà dire che lo stesso importo sarà stato “prelevato” dalle proprie risorse finanziarie, sia quelle reddituali che le altre fonti.

La convocazione del Fisco avverrà nel momento in cui il contribuente in questione dovesse dichiarare una cifra molto più bassa rispetto a quella che è stata oggetto del finanziamento. Tra l’altro, giusto quattro mesi fa si era cominciato a parlare proprio di uno specifico redditometro per le imprese, in modo da contrastare più efficacemente l’evasione fiscale. C’è comunque da precisare come le spese totali di cui si è a conoscenza non permettono di perfezionare l’accertamento sintetico puro, ma è anche vero che al contribuente non possono rimanere pochi soldi per gestire la propria autovettura, la casa e la vita quotidiana.