Tutti quei contribuenti che hanno l’autorizzazione a corrispondere l’imposta di bollo in modo virtuale dovranno far fronte alla prossima scadenza del 31 agosto: in pratica, si tratta del termine ultimo che è stato fissato dalla nostra amministrazione finanziaria per il pagamento della quarta rata a cadenza bimestrale per quel che concerne l’anno attualmente in corso. L’adempimento tributario in questione può essere perfezionato mediante il modello F23, avvalendosi di istituti di credito, le agenzie delle poste o anche i concessionari, avendo cura di indicare il codice tributo adatto allo scopo, vale a dire il 456T: quest’ultimo, infatti, sta proprio a indicare l’imposta di bollo, più precisamente la tassa sui contratti di Borsa.

Questa imposta è dovuta in alcuni casi fin dal momento originario, mentre in altri è obbligatoria esclusivamente in caso di utilizzo. D’altronde, bisogna anche ricordare che il Dpr 642 del 1972 (“Disciplina dell’imposta di bollo”) contiene una tariffa che è divisa in due parti distinte, vale a dire una per quel che riguarda gli atti, i documenti e i registri che sono soggetti al tributo fin dall’origine, e una seconda relativa agli atti soggetti in caso d’uso. Le esenzioni a cui si deve fare riferimento sono contenute in una apposita tabella.

Quando l’imposta di bollo è dovuta fin dall’origine, il presupposto è la formazione dell’atto scritto, in caso contrario si tratta dell’uso giuridico del documento. L’assolvimento virtuale, inoltre, si verifica tramite una specifica autorizzazione, con una dichiarazione preventiva della quantità di fogli che vanno bollati e della tassa da pagare in maniera periodica. Il versamento in questione può essere realizzato anche con il conto corrente postale. Un problema recente era collegato alla posta elettronica certificata, visto che quest’ultima non può nulla di fronte all’imposta di bollo, una questione che ha assillato gli agrotecnici e che è divenuta nel corso del tempo sempre più pressante.