Quando si parla di rimborso chilometrico a livello fiscale, si fa riferimento a quello strumento che viene sfruttato dalle aziende che hanno al loro interno dei collaboratori che sono soliti spostarsi per lavoro attraverso l’auto personale: ebbene, ogni strada e ogni tipo di modello consentono di differenziare in maniera specifica il calcolo in questione, visto che bisogna tenere conto, in particolare, dei consumi reali dei guidatori, in modo da ottenere un rimborso che sia davvero efficace. Per avere dei riferimenti importanti, si può tranquillamente accedere al sito dell’Aci (Automobile Club d’Italia), l’associazione che è solita aggiornare in maniera regolare i valori in questione, con tanto di Iva inclusa. Tra l’altro, il rimborso chilometrico può essere ottenuto anche sul web e la procedura da seguire è alquanto semplice.

Una volta che il valore sarà stato conseguito, allora in base ai chilometri o ai costi chilometrici di esercizio si andranno a rimborsare gli stessi dipendenti coinvolti che usano l’automezzo. Non bisogna neanche dimenticare che le cifre a cui si sta facendo riferimento sono utili e preziose per capire a quanto ammonta la reale economicità di un modello automobilistico piuttosto che un altro, visto che servono dei confronti seri da questo punto di vista. Le spese sostenute per aver usato il veicolo ai fini del lavoro sono espresse in euro per chilometro e prendono in esame determinati valori standard per quel che concerne la percorrenza su base annua.

Ogni modello è diverso, tanto che i valori prendono spunto da parametri oggettivi come ad esempio la categoria del mezzo, la sua marca, l’alimentazione e la data di calcolo. Nel caso in cui sia stato usato un furgone, poi, si può scegliere il rimborso chilometrico in questione al netto dell’Imposta sul Valore Aggiunto, una opzione sempre percorribile. Infine, il costo del carburante viene conteggiato in base a quanto comunicato da Metanauto e dal Ministero dello Sviluppo Economico.