Il quotidiano Italia Oggi sostiene che sarebbero almeno 200 i miliardi di euro che – a causa (anche) della recente crisi – avrebbero preso la strada di altri Paesi ritenuti maggiormente sicuri, come la Germania, l’Olanda o il “sempreverde” Lussemburgo.

“Il 99% dei conti aperti all’estero” – avrebbe spiegato un operatore al quotidiano italiano – “sono motivato dalla domanda di maggiore sicurezza e solidità”. Insomma, in altri termini, non una fuga di capitali all’estero sollecitata da motivi di eccessivo carico fiscale, bensì uno spostamento che è principalmente sollecitato dai timori legati al futuro del Paese. Inutile poi soffermarci nel sottolineare come difficilmente il fenomeno possa essere imputabile a una sola determinante: è più probabile, invece, che a giocare un ruolo negativo possa essere un insieme di concause, tra le quali – appunto – la maggiore sicurezza ottenibile da altre nazioni.

Sempre secondo le rilevazioni del quotidiano, secondo le scrivanie della Banca d’Italia i miliardi di euro nelle ultime settimane sarebbero cresciuti ulteriormente, balzando fino a quota 274 miliardi di euro.

► EVASIONE FISCALE INTERNAZIONALE

Ma quali i Paesi di destinazione? La Germania la fa da padrona assorbendo circa il 70% dei capitali in fuga. A seguire l’Olanda e il Lussemburgo. Sparisce dalle destinazioni preferite il Belgio che, probabilmente a causa della recente instabilità politica, si è rapidamente trasformato da Paese accogliente e a Paese “esportatore” di capitali.

Come già anticipato, i movimenti dei capitali all’interno dell’area Ue sembrano essere altresì condizionati da ragioni fiscali, con la pressione impositiva sui redditi da capitali esteri per i cittadini residenti in Italia che pur non variano in modo rilevante.

Alla luce di un confronto internazionale, l’Italia – anche in virtù del grande patrimonio di cui dispongono i cittadini – sarebbe pertanto il Paese che ha esportato maggiori capitali, seguita da Spagna e Irlanda e, quindi Grecia.