La Corte di Cassazione ha reso pubblica una sentenza che ha una stretta correlazione con gli adempimenti fiscali: in effetti, la pronuncia numero 6728 dello scorso 4 maggio dei giudici di Piazza Cavour è intervenuta in merito alle scadenze fiscali, ricordando come il termine per proporre un appello sia del tipo “ a decorrenza successiva”. Questo vuol dire dunque che il proponente dello stesso può beneficiare della proroga al primo giorno che segue quello non festivo, ma solo nel caso in cui il giorno in questione sia un sabato. La decisione degli “ermellini” è stata presa conformemente a quanto disposto dal quarto comma dell’articolo 155 del codice di procedura civile (“Computo dei termini”). Il caso di specie ha riguardato la nostra amministrazione finanziaria, la quale ha ottenuto un giudizio favorevole dalla Suprema Corte, nonostante il precedente giudizio fosse andato in maniera ben diversa.

In effetti, quest’ultimo era stato influenzato dal fatto che esistesse una dichiarazione di inammissibilità dell’appello stesso, con il giudice che lo aveva ritenuto tardivo. Nel dettaglio, il primo grado aveva prodotto il risultato di fissare il termine in questione a una giornata di sabato. Secondo la Commissione Tributaria Regionale, però, l’impugnazione era stata ritenuta tardiva ed è proprio a questo punto che l’Agenzia delle Entrate si è rivolta alla Cassazione, prendendo spunto dall’articolo e dal testo menzionati in precedenza.

Il codice di procedura civile si applica in questa sezione in riferimento a quei ricorsi che sono stati notificati nelle date successive al 1° marzo del 2006. La decisione dell’ultimo grado di giudizio è stata comunque stringata e si è limitata a cassare la sentenza e a rinviare ad altra sezione della Ctr della Sicilia: tra l’altro, esistevano delle circolari di riferimento del Fisco per basarsi su una situazione del genere, come ad esempio la numero 56 del 2007, la quale ha chiarito alcune modifiche apportate all’articolo 155 del codice.