Buone notizie (o almeno, così si spera) per le imprese. Gli enti pubblici avranno infatti non più di un anno di tempo per poter saldare i loro debiti. In seguito alla certificazione del debito, infatti, il pagamento non potrà più essere dilazionato oltre i 12 mesi: in caso contrario, scatterebbero problemi nella contabilizzazione dei crediti, che diverrebbero sostanzialmente finanziari, con tutto ciò che ne consegue.
Una volta ricevuta la richiesta di certificazione, inoltre, la pubblica amministrazione avrà non più di 60 giorni di tempo per poter verificare la validità della domanda, e fornire di conseguenza all’impresa il documento da cui risulta la certezza e l’esigibilità del credito. A questo punto, stando alle intenzioni del governo Monti, per l’impresa si apriranno due strade alternative, da perseguire dando un’occhiata alle proprie esigenze di cassa.
La prima via è quella dell’attesa del saldo del credito delle pubbliche amministrazioni che, come già anticipato, a questo punto non potrà ritardare oltre l’anno. Può sembrare un termine molto ampio, ma la realtà italiana dei fatti ha già dimostrato che, più spesso che volentieri, gli enti pubblici protraggono i pagamenti ben oltre i 12 mesi.
La seconda via è invece quella bancaria: l’impresa potrà recarsi presso il proprio istituto di credito e richiedere la cessione del credito. Il credito potrà anche essere ceduto a terzi o, laddove possibile (cioè, in presenza di debiti iscritti a ruolo) compensato con le esposizioni passive.
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Infine, ricordiamo come all’interno del fondo di garanzia da 1 miliardo e 200 milioni di euro in tre anni, messo a disposizione dal ministero dello Sviluppo Economico guidato da Corrado Passera, sarà specificato l’utilizzo per i pagamenti con le pubbliche amministrazioni. E’ certamente presto per poter affermare che i problemi di riscossione delle imprese nei confronti delle pubbliche amministrazioni sono terminati ma è, certamente, un buon inizio.