Tra aliquote base e margini di autonomia dei comuni, pagamenti a rate e altre novità dell’ultima ora, il panorama intorno al calcolo IMU è stato reso denso e complesso. Cerchiamo pertanto con un estremo tentativo di sintesi, di cercare di rendere più trasparente il lavoro di tutti coloro che si apprestano a conteggiare quanto dovranno pagare di imposta municipale unica nel corso di questo tesissimo 2012.
Innanzitutto, un po’ di chiarezza sulle aliquote: l’aliquota ordinaria per le prime case è fissata nello 0,40 per cento, quella per le seconde case è fissata nello 0,76 per cento. I Comuni hanno tuttavia la possibilità di incrementare o diminuire (rispettivamente, dello 0,20 per cento e dello 0,30 per cento) le aliquote ordinarie per la prima o per la seconda casa. Ne consegue che, nella peggiore delle ipotesi, il contribuente detentore di una seconda casa andrà a pagare un’aliquota pari a 1,06 punti percentuali.
Ma in che modo si calcola l’IMU? E su cosa si applica questa aliquota ordinaria?
La base di partenza è la rendita catastale, un dato ottenibile attraverso la documentazione di acquisizione dell’immobile o, in alternativa, presso gli uffici dell’Agenzia del Territorio. Una volta nota la rendita catastale, calcolare l’imposta municipale unica non è affatto difficile: è infatti sufficiente rivalutare la rendita catastale di 5 punti percentuali (moltiplicandola per l’1,05 per cento) e successivamente applicare al nuovo risultato il moltiplicatore (cioè, moltiplicando per 160 il risultato così ottenuto, a seguito di una necessaria rivalutazione di 60 punti percentuale).
► COMUNI ITALIANI CONTRO L’IMU
A questo punto, per ottenere l’IMU da pagare basta applicare l’aliquota ordinaria sul valore catastale, moltiplicando quanto conseguito con i calcoli di cui sopra per 0,40 per cento in caso di prima casa, o per 0,76 per cento in caso di seconda casa.
Il contribuente proprietario di prima casa avrà la possibilità di scegliere tra una rateazione in due tranche o in tre tranche: nella prima ipotesi sarà sufficiente dividere per due per ottenere l’importo da versare il 18 giugno; nella seconda ipotesi sarà ovviamente necessaria la divisione per tre.
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