I risultati della lotta all’evasione per l’inizio d’anno sarebbero incoraggianti, tanto da far sperare nel mantenimento e nel superamento delle previsioni stabilite per l’intero esercizio fiscale. “Siamo solo ad aprile e per i dati è ancora presto” – ha dichiarato il merito Attilio Befera, direttore generale dell’Agenzia delle Entrate – “ma sul fronte delle entrate del recupero dell’evasione i primi segnali sono positivi, e ci sono anche segnali di entrate aumentate derivanti dall’autotassazione”.
Successivamente, interessato da una domanda sui recenti blitz in alcune delle località commerciali e di servizio più note d’Italia, Befera ha precisato che le imprese e i negozi controllati erano già stati oggetto di precedente segnalazione. “Siamo andati a visitare delle imprese per le quali avevamo forti segnali di evasione” – ha aggiunto il direttore generale delle Entrate, che ha poi compiuto un piccolo passo informativo nei confronti dell redditometro, “uno strumento che non misura la ricchezza, bensì la spesa”.
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Befera si è poi soffermato a parlare sul cosiddetto “tesoretto”, lo strumento che potrebbe essere utilizzato dall’esecutivo per ridurre la pressione fiscale. “Secondo me il tesoretto non esiste” – ha dichiarato il direttore delle Entrate. Un’affermazione che spegne un po’ di entusiasmo da parte di coloro che ritenevano che il fondo legato alla lotta all’evasione potesse esser utile, magari già entro la fine dell’anno per dar seguito al tanto desiderato (e, a quanto pare, per ora utopistico) taglio delle aliquote sull’imposta sui redditi delle persone fisiche, almeno per quanto concerne gli scaglioni più “poveri”.
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“Noi recuperiamo l’evasione, una parte è prevista dai saldi di bilancio, e se riusciamo a recuperare qualcosa in più dipenderà dalla situazione economica del Paese e dalla volontà politica, e non dall’Agenzia” – ha poi affermato Befera.
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