Le aziende italiane non sembrano avere un buon rapporto con i pagamenti fiscali che devono essere effettuati con il modello F24: secondo quanto accertato dall’ultima indagine di Unimpresa, infatti, ben due terzi di esse risulta essere in costante ritardo da questo punto di vista, come è emerso in maniera chiara e inequivocabile dai dati raccolti in occasione dell’ultima scadenza fiscale prevista per tali versamenti. L’associazione ha messo in luce come il 76,5% delle piccole e medie imprese, ma anche quelle “micro”, si è reso protagonista di un mancato rispetto dei termini di legge per quel che concerne il pagamento delle tasse e dei contributi previdenziali. Il trend era stato notato da qualche tempo a questa parte, anzi sta addirittura peggiorando e non si può certo dire che si tratti di una stima incoraggiante.
La crisi economica e le poche risorse finanziarie a disposizione degli imprenditori stanno facendo il resto. Tra l’altro, non c’è un settore che è stato più inadempiente dell’altro, quindi questo vuol dire che il fenomeno si è verificato in maniera omogenea, andando a coinvolgere qualsiasi tipo di comparto, dalla piccola industria fino ai servizi. D’altronde, se si pensa che le aziende associate a Unimpresa sono ben 130mila, si capiscono perfettamente i contorni del problema.
Le principali difficoltà nell’essere puntuali con l’F24 spettano senza dubbio al settore dell’edilizia, il quale ha fatto registrare un picco dell’81,5%, una percentuale davvero molto alta. La mancanza di liquidità è un dato di fatto, ma la stessa associazione ha voluto sottolineare anche gli aspetti negativi che caratterizzano le cartelle esattoriali; in pratica, Equitalia viene giudicata colpevole di tartassare eccessivamente le aziende con una pressione molto alta, senza dimenticare che il mancato rispetto delle regole comporta l’esclusione dalla riscossione dei crediti che sono vantati nei riguardi della pubblica amministrazione, denaro che in un momento storico come quello attuale sarebbe una vera e propria manna dal cielo.
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