Le borse di studio e di ricerca rimarranno sottratte dall’imposizione fiscale. Ad esprimere tale importante rassicurazione è stato il ministro dell’Università, dell’Istruzione e della Ricerca Francesco Profumo, a margine del recente incontro “Gli scienziati italiani nel mondo e la crescita del Paese”, tenutosi alla Farnesina.

La rassicurazione si era resa pressochè necessaria dopo che nella giornata del 16 aprile la commissione finanze della camera aveva approvato un emendamento al dl Fiscale, ripristinando di fatto l’esenzione da qualsiasi detrazione fiscale, in riferimento a tutte le retribuzioni percepite come borse di studio e per la ricerca.
Il governo pone così a segno un importante passo indietro che, riteniamo, possa esser stato spinto altresì dalle proteste dei giovani medici e specializzandi, convocate dai sindacati di categoria e culminate in una manifestazione tenutasi a Piazza Montecitorio. La protesta aveva come punto fondamentale di contrasto il precedente inserimento di un comma (passato poi ai voti al Senato) che equiparava le borse superiori agli 11.500 euro annui ai redditi da lavoro dipendente, con conseguente imposizione ai fini IRPEF.

In tal modo viene invece ripristinato un importante concetto, relativo alla tutela fiscale delle borse di studio e per la ricerca, nella speranza che anche questo possa costituire un utile contributo per una proficua alimentazione del settore, il quale necessiterebbe tuttavia ben più che il mantenimento di tale esenzione per poter essere realmente in grado di competere a livello globale.

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