Risale a qualche giorno fa la circolare con cui l’Agenzia delle Entrate ha reso noti tutti gli adempimenti relativi all’imposta erariale sugli aeromobili privati: si tratta di un tributo che è stato introdotto dalle recenti manovre del governo Monti, quindi ora bisognava conoscere tutte le modalità per il pagamento ed è per questo motivo che sono stati istituti gli appositi codici tributo da utilizzare nel modello F24. Gli aeromobili in questione sono quelli privati e la cui immatricolazione risulta essere presente nel registro aeronautico nazionale; in aggiunta, bisogna considerare anche i mezzi che non sono immatricolati, ma che sostano nel nostro paese per oltre due giorni. Il modello di riferimento è l’F24-Versamenti con elementi identificativi. Volendo essere ancora più precisi, c’è da sottolineare come i codici tributo in questione siano esattamente tre: il codice 3368, infatti, è stato introdotto per l’imposta erariale vera e propria, mentre i codici 8935 e 1930 servono, rispettivamente a indicare la sanzione e gli interessi sul ravvedimento.

Che cosa succede, invece, se i contribuenti interessati non hanno la possibilità di utilizzare questo tipo di modello? La soluzione è semplice, visto che è sufficiente pagare la somma in questione attraverso un bonifico in euro in favore del relativo capitolo del bilancio statale. Le misure annuali sono diverse e si riferiscono ovviamente ai velivoli e al loro peso massimo al momento del decollo, senza dimenticare gli elicotteri, gli alianti, i motoalianti, gli autogiri e gli aerostati.

Esiste anche una ipotesi secondo cui il certificato del mezzo sia valido per meno di un anno, situazione per la quale è previsto il pagamento fiscale di 1/12 degli importi stabiliti dalla legge. Infine, si possono ricordare i mezzi esenti dall’imposta erariale: l’elenco ricomprende gli aeromobili di Stato, quelli di proprietà dei licenziatari dei servizi di linea, quelli di proprietà di scuole di addestramento e i mezzi destinati soltanto all’elisoccorso.