I codici tributo 1618 e 145E saranno molto utili per il pagamento dell’ormai celebre contributo di solidarietà: come è noto, di quest’ultimo versamento si parla ormai da diverso tempo e si configura come una quota del 3% su quella parte dei reddito dei contribuenti che va ad oltrepassare il limite dei 300mila euro l’anno. In particolare, questi due importanti riferimenti numerici potranno essere sfruttati all’interno dei modelli F24 ed F24EP (Enti Pubblici), come previsto espressamente dalla cosiddetta Manovra di Ferragosto. Che cosa c’è da dire in merito a questi due codici? Il loro ambito di riferimento è rappresentato, in primis, dai redditi di lavoro dipendente e da quelli assimilati a questi ultimi; in tali casi, infatti, i sostituto d’imposta è chiamato a porre in essere tutti i calcoli che sono necessari per poter poi procedere alla trattenuta del contributo dal totale, una operazione che ha luogo in un’unica soluzione e che si verifica al momento del conguaglio (alla fine di ogni singolo anno).

L’istituzione dei codici tributo in questione si deve, in particolare, alla risoluzione 4/E che la nostra amministrazione finanziaria ha provveduto a rendere nota nel corso della giornata di ieri. Come mai esiste la differenza tra l’F24 tradizionale e quello destinato agli enti pubblici? Bisogna ovviamente distinguere le casistiche. Il codice 1618 è quello che va utilizzato all’interno della sezione Erario del modello fiscale, più precisamente nella parte in cui va inserito l’importo a debito versato (esiste una colonna apposita), avendo cura di segnalare anche la rateazione, la regione di riferimento, la provincia e anche l’anno in cui il conguaglio si è verificato.

L’altro riferimento, il 145E, è stato invece introdotto per venire incontro a quei soggetti che devono indicare il medesimo pagamento, ma all’interno del modello destinato esclusivamente agli enti pubblici; in tal caso, inoltre, bisogna anche ricordare che i campi relativi al codice e agli estremi vanno lasciati in bianco.