Lo spesometro non guarderà in faccia a nessuno, nemmeno a coloro che sono abituati ad avere a che fare con leasing e noleggi: in effetti, queste due fattispecie dovranno essere comunicate con prontezza all’Anagrafe Tributaria nel caso in cui i loro importi siano rilevanti ai fini dell’Imposta sul Valore Aggiunto. Non basta che queste stesse operazioni vengano già monitorate in maniera autonoma, il controllo diventerà ancora più intenso. La precisazione del Fisco ha sorpreso non pochi addetti ai lavori, visto che di recente ci si era pronunciati proprio in maniera opposta, ricordando che le operazioni obbligate alla comunicazione dal Dpr 605 del 1973 (tra cui anche il leasing e il noleggio) dovevano essere escluse dal nuovo obbligo.

I motivi addotti dalla nostra amministrazione finanziaria sono presto detti: in pratica, il primo chiarimento aveva come obiettivo quello di scongiurare a tutti i costi una duplicazione di obbligo, ma si tratta pur sempre di una misura soggettiva, quindi lo spesometro non va escluso a priori. In aggiunta, l’esclusione a cui si sta facendo riferimento è di tipo oggettivo e viene di solito giustificata dal fatto che si vuole limitare il più possibile il numero di contribuenti chiamati alla comunicazione, prendendo spunto dall’articolo 6 dello Statuto del Contribuente.

Sono stati molti i quesiti a cui l’Agenzia delle Entrate ha risposto in tale ambito, ad esempio l’esclusione dallo spesometro rimane valida per quei soggetti passivi che hanno provveduto all’acquisto di operazioni oggetto di comunicazione all’anagrafe tributaria, anche se questa limitazione non è totale, quindi c’è stato una parziale marcia indietro da questo punto di vista. Non è difficile immaginare cosa accadrà nei prossimi mesi: lo scenario più probabile prevede una modifica del provvedimento delle Entrate, puntando magari su adempimenti più semplici e semplificati, in modo da tracciare in maniera migliore i confini dello spesometro e delle sue applicazioni, evitando casi come quello appena trattato.