Che l’introduzione della nuova IMU (in sostituzione della vecchia ICI) non fosse idea gradita alla Lega Nord era piuttosto chiaro. Che poi la “disobbedienza fiscale” inneggiata da alcuni possa tramutarsi in realtà, è un altro discorso. Così come è un altro – ancor più impervio – discorso, il fatto che possa giungersi alla “obiezione di coscienza” invocata da qualche esponente del partito settentrionale.

Per il momento, la parte grossa del movimento anti-IMU sembra esser partita in Veneto, dove un gruppo di sindaci della Lega Nord sta valutando possibilità per evitare che tale onere vada a ricadere sulle spalle dei propri cittadini, già particolarmente gravate da una situazione fiscale fortemente insostenibile, con percentuali di pressione sulla produzione lorda che hanno davvero pochi termini di paragone in tutta Europa.

“E’ un balzello assurdo” – lo ha definito il sindaco di Vittorio Veneto Gianantonio Da Re, che ha poi aggiunto – “se il governo sanguisuga vuole tassare la casa frutto di sacrifici faccia da solo”. L’iniziativa (scarsamente percorribile per ambito costituzionale) che permetterà ai cittadini di non esser oberati da questo “balzello” è piaciuta anche anche al governatore del Veneto Luca Zaia, che ha sottolineato “interessante” la manovra, pur richiedendo di essere “approfondita per evitare di trovarsi con ingiunzioni a carico dei cittadini”.

“Vogliamo gravare il meno possibile sui cittadini” – ha poi dichiarato Matteo Salvini – “l’imposta municipale ora finisce a Roma e con il federalismo non ha nulla a che fare”. “L’Imu va applicata” – ha invece affermato il collega Attilio Fontana – “quelle di Salvini e Da Re sono proposte che idealmente condivido, ma non so se il mio bilancio potrà permetterselo. Il rischio è che queste forme di protesta si ritorcano contro i comuni, perchè Roma ha già stabilito il taglio dei trasferimenti ai comuni e, nel caso, rischierei di non riuscire a finanziarie i servizi necessari alla cittadinanza”.

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