Tra i principali punti del decreto legge che dovrebbe consentire all’esecutivo di porre in essere i più importanti provvedimenti per stabilizzare nel tempo i conti pubblici, figura anche il ritorno dell’ICI sulla prima casa, sotto forma di anticipo dell’applicazione dell’IMU, che incorporerà (oltre alla vecchia imposta comunale sugli immobili, peraltro modificata sui valori catastali e sulle aliquote) anche una quota Irpef.
L’IMU (imposta municipale unica) dovrebbe comportare un significativo rialzo delle imposte di proprietà o di godimento di diritti reali sugli immobili. Le motivazioni alla base di questa considerazione sono principalmente tre, e andremo ora ad analizzarle più nel dettaglio, pur con brevità.
La prima è relativa all’aliquota applicata sul valore catastale, che costituisce la base di riferimento per il pagamento dell’imposta. L’IMU sbarcherà infatti con un’aliquota pari al 7,6 per mille, che risulta essere sostanzialmente maggiore alla media di quanto finora applicato all’interno del mercato immobilitare italiano (6 – 6,5 per mille).
La seconda, è invece riferibile alla base di calcolo dell’IMU: per determinare il pagamento dell’ICI, infatti, si procedeva a moltiplicare il valore catastale dell’immobile per l’aliquota di cui sopra. L’IMU dovrebbe essere accompagnata con una rivalutazione delle basi catastali piuttosto importante (si parla del 60%), e potrebbe pertanto costituire il vero punto dolente della nuova imposta.
Infine, una terza motivazione, relativa alla maggiore libertà lasciata agli amministratori comunali, che per rinsaldare le proprie casse, potrebbero optare per un incremento dell’aliquota di altri 3 punti, per un totale di 10,6 per mille.
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non e del tutto vero che grazie a Monti torna l’imu lo aveva gia previsto il governo precendete che dal 2013 sarebbe tornata la vecchia ici…