Sono ben quarantasette le causali che sono associate a varie casse della previdenza del nostro paese, ma che sono comunque accomunate dal fatto che l’amministrazione spetta all’Inpdap, l’Istituto Nazionale di Previdenza per i Dipendenti dell’Amministrazione Pubblica. A dire la verità, non si tratta solamente di novità e innovazioni, ma anche di causali che erano già state introdotte e che ora vengono nuovamente denominate. Di cosa si tratta di preciso? La gestione delle pensioni pubbliche beneficia in questo caso di causali che sono quanto mai necessarie e utili per far confluire i contributi in questione, vale a dire quelli che sono dovuti all’istituto stesso. Le operazioni a cui si sta facendo riferimento avvengono mediante l’utilizzo del modello F24.

Ci ha pensato, poi, la nostra amministrazione finanziaria a fare il resto; in effetti, l’Agenzia delle Entrate ha provveduto a pubblicare una risoluzione due giorni fa, documento in cui sono contenuti i nuovi nomi delle causali e anche la soppressione di tre di esse, in quanto ritenute obsolete e non più utili per lo sfruttamento. Il modello fiscale che va utilizzato in questo caso è l’F24EP, il quale, come suggerisce anche il nome stesso, viene incontro alle esigenze degli enti pubblici. Il numero è molto ampio e questo consente di affermare che vi sono diverse identificazioni e diverse nature dei pagamenti da effettuare.

Il modello unificato per il versamento fiscale ha dunque spazio a sufficienza per quel che concerne la sua sezione “altri enti previdenziali e assicurativi”, lo spazio che si trova esattamente al di sotto di quelli che sono dedicati appositamente all’Inpdap: il campo “causale contributo” andrà ovviamente riempito con la causale di pertinenza, facendo sempre riferimento alla colonna degli importi a debito versati. Infine, bisogna anche ricordare di indicare la sigla della provincia dell’istituto competente nel campo “codice sede”, mentre il “codice posizione” è dedicato alla sinterizzazione delle indicazioni che sono state fornite dall’ente.