Come è noto, il primo provvedimento di Mario Draghi come presidente della Banca Centrale Europea è consistito nel tagliare di venticinque punti base il valore del tasso ufficiale di riferimento, il cosiddetto Tur: le conseguenze cominciano a farsi sentire nel nostro paese a livello di alcuni adempimenti classici. In particolare, bisogna sottolineare come siano diversi i tassi di riferimento che vanno necessariamente applicati ai prestiti con la cessione del quinto della pensione. Il riferimento in questo caso va all’articolo 7 della convenzione firmata dall’Inps per la concessione di prodotti di finanziamenti ai pensionati. Nello specifico, le variazioni dei tassi sono presto dette: anzitutto, i prestiti in questione con un valore inferiore ai cinquemila euro beneficeranno di una riduzione dall’8,20% al 7,95%, mentre quei prestiti con un valore superiore ai già citati cinquemila euro potranno contare su un taglio dal 7,30% al 7,05%.
La validità non è ancora effettiva e per questa bisognerà attendere il prossimo 1° dicembre. Lo stesso ente previdenziale ha comunicato queste novità in uno dei suoi ultimi messaggi, il quale risale a due giorni fa e che ha una rilevanza esterna di un certo tipo. Ma come funziona esattamente la cessione del quinto della pensione? Il prestito personale attraverso tale pensione rappresenta un qualcosa di piuttosto consolidato a livello di mercato del credito, un finanziamento che per i pensionati assume diverse caratteristiche interessanti.
In effetti, la durata del prestito stesso può essere pari a un minimo di due anni fino a un massimo di dieci (120 mesi), con un ammontare totale di 50mila euro e delle rate mensili che non possono superare il 20% della pensione (un quinto per l’appunto). Tra l’altro, vi sono anche dei limiti di età (novanta anni) e la cessione è possibile anche nel caso di assegni o pensioni di invalidità e inabilità, mentre non sono conteggiati gli importi provvisori e quelli revocabili.