I crediti d’imposta relativi al finanziamento di progetti di ricerca beneficiano finalmente di istruzioni e modalità operative ben dettagliate: queste ultime sono state infatti destinate a quelle aziende e a quelle imprese che hanno scelto di sfruttare questo meccanismo fiscale, previsto espressamente dal Decreto Legge 70 del 2011 (il cosiddetto “Decreto Sviluppo”). Che cosa viene previsto nello specifico? I finanziamenti in questione serviranno a fornire il supporto economico necessario per porre in essere ricerche scientifiche e non insieme alle università e agli enti pubblici che sono attivi in questo settore. Il credito, per l’appunto, può essere ottenuto attraverso una apposita compensazione nel modello F24, le cui modalità sono descritte per filo e per segno in un provvedimento del direttore dell’Agenzia delle Entrate.
Entrando maggiormente nel dettaglio, c’è da dire che il beneficio tributario sarà pari al 90% della somma che va oltre la media degli investimenti realizzati nel periodo che va dal 2008 al 2008, quindi il triennio precedente all’anno attualmente in corso. Il credito non è valido per tutte le situazioni ovviamente, ma interviene nel caso di investimenti nella ricerca che sono stati posti in essere fino al momento della chiusura del periodo d’imposta al prossimo 31 dicembre del 2012. I termini e le modalità sono precisi, in aggiunta occorre tenere a mente che la fruizione può aver luogo per ogni singolo periodo d’imposta in tre quote di ammontare identico e con cadenza annuale.
L’utilizzo vero e proprio, comunque, inizia il giorno successivo a quello in cui è stato realizzato l’investimento stesso in eccedenza. Come è noto, il credito d’imposta non è altro che un credito di cui il contribuente è titolare nei riguardi dell’erario: oltre a finanziamenti come quello appena esaminato, esso può servire anche per ottenere un’adeguata compensazione dei debiti e può essere richiesto in rimborso quando si provvede a compilare la dichiarazione dei redditi.
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