La Corte di Cassazione ha portato una ventata di chiarezza nella disciplina delle cartelle esattoriali: la pronuncia del 4 agosto di Piazza Cavour è stata molto chiara in questo senso, specificando che la cartella stessa non è necessaria nel caso di una pretesa che proviene dalla liquidazione della dichiarazione. Tutto è nato da una disputa tra Agenzia delle Entrate e Commissione Tributaria Regionale del Lazio in merito alla illegittimità di una cartella emessa dopo un controllo automatizzato, a causa dell’assenza di motivazioni. Queste ultime sono obbligatorie sempre secondo la Suprema Corte, visto che stiamo parlando di un atto attraverso cui il contribuente conosce la pretesa del Fisco.
Nell’ipotesi, però, di una semplice liquidazione d’imposta, l’onere della motivazione viene assolto mediante un rinvio diretto alla dichiarazione. Ciò vuol dire, in pratica, che la liquidazione stessa non deve andare a sovrapporsi a quanto dichiarato dai contribuenti, essendo necessaria una rettifica.
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