Il termine “contributi silenti” sta a indicare i versamenti effettuati nei confronti della gestione separata dell’Inps e su cui non si ha diritto di parola: il fenomeno è molto più diffuso di quanto si creda, specialmente quando ci si riferisce ai lavori che non sono regolati dagli ordini professionali, per le quali i soggetti versano queste somme all’ente previdenziale a fondo perduto. Il rischio è quello di non raggiungere il livello minimo consentito dalla legge, con la non incoraggiante prospettiva di vedere quei contributi destinati ad altre pensioni, senza averne una propria. Giusto tre giorni fa si è tenuta la prima giornata nazionale dedicata a questo fenomeno: in particolare, l’Ancot, l’associazione che raggruppa i consulenti tributari, ha richiesto espressamente norme più precise in tal senso, rivolgendosi all’Inps per ottenere o la pensione vera e propria o almeno la restituzione di questi stessi fondi silenti.