Il cosiddetto “spesometro”, la denominazione ufficiale con cui si andranno a identificare gli acquisti di beni e dei servizi che oltrepassano il limite dei 3.600 euro, non sarà una realtà concreta sin da subito: bisognerà infatti attendere il prossimo 1° luglio, data che è stata fissata per stabilire i termini della comunicazione all’Agenzia delle Entrate dei relativi dati. Lo slittamento in questione è stato deciso in maniera ufficiale tramite un provvedimento di Attilio Befera, numero uno della nostra amministrazione finanziaria. Ci sono, dunque, altri due mesi di tempo per potersi adeguare correttamente alla novità: la somma menzionata in precedenza è comprensiva dell’Imposta sul Valore Aggiunto e va a riferirsi direttamente a quelle spese per cui non è prevista l’emissione di alcun tipo di fattura fiscale. L’adempimento, inoltre, prevede anche degli adeguamenti di tipo strettamente tecnologico.