I Ministeri competenti hanno approvato la riforma del sistema previdenziale dei giornalisti. Una riforma che vede il proprio punto fondamentale nell’incremento dell’aliquota contributiva percepita per l’assicurazione di invalidità, di vecchiaia e superstiti, a carico del datore di lavoro, e alla concessione di sgravi contributivi per tutti quegli editori che decidono nuove assunzioni.
A quanto sopra, va ad aggiungersi un altro aspetto che era particolarmente atteso: l’incremento dell’età pensionabile delle donne giornaliste, in maniera certamente graduale, e confermata dal comunicato dell’Istituto Nazionale per la Previdenza dei Giornalisti (INPGI) sul proprio sito web (www.inpgi.it) da parte del numero 1 Andrea Camporese.
La riforma, che si basa sui tre pilastri sopra ricordati, era stata auspicata da una delibera del consiglio di amministrazione dell’Inpgi in data 15 luglio, ed era stata indotta dalla necessità di migliorare il livello di stabilità e di sostenibilità finanziaria dello stesso ente nel medio e nel lungo periodo, evitando ristrettezze economico finanziarie, con influssi patrimoniali.
Per quanto concerne l’aumento contributivo a carico delle aziende, questo sarà di tre punti percentuali nel corso dei prossimi cinque anni (entro dicembre 2016, e a partire dal gennaio 2012), mentre per quanto riguarda la riforma dell’età pensionabile, le donne andranno in pensione a 65 entro dieci anni, tra il mese di luglio 2012 e quello di dicembre 2021.
Infine, per quanto concerne gli sgravi contributivi, ricordiamo come essi varranno per i prossimi tre anni, solo per le nuove assunzioni a tempo indeterminato, con una riduzione del costo del lavoro del 60%.
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